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Perché una delle stagioni narrative più ricche della letteratura italiana non ha prodotto nessun capolavoro? Che fine hanno fatto, intorno alla metà del Cinquecento, la libertà romanzesca e la leggerezza ironica dell’Orlando Furioso? E a che pubblico erano destinati i lunghi poemi d’avventure stampati a decine in quegli anni? Queste sono alcune delle domande da cui trae spunto il libro di Guido Sacchi - giovane studioso scomparso all’età di trent’anni nel 2004 - dedicato alla letteratura narrativa in versi compresa tra Ariosto e Tasso. Lo studio delle strategie editoriali (paratesti, prefazioni) e delle forme narrative (l’intreccio, l’istanza autoriale, l’ironia) permette di illustrare la varietà di una produzione abbondante e spesso sorprendente, e al tempo stesso di far emergere le linee di forza di uno sviluppo che rispecchia l’evoluzione della cultura rinascimentale (crisi della società di corte, disciplinamento etico e religioso). L’indagine approda così a un quadro storiografico molto ampio, che mette in relazione centro e periferia, letteratura d’élite e produzione di consumo, esigenze commerciali e riflessioni accademiche, e che permette di riscoprire molte figure dimenticate di questa stagione ricca di esperimenti.
Additional Information
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Title | Fra Ariosto e Tasso: vicende del poema narrativo. Con un’appendice di studi cinque-secenteschi |
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Author (display) | Guido Sacchi |
Editing/translations | No |
ISBN | 978-88-7642-183-9 |
Publishing year | 2007 |
Subject | Letterature e linguistica |
Buy link | No |
Notes | No |