Descrizione
Che cosa individua e perpetua la posa e l’iconografia di un dio, di un guerriero, di un eroe raffigurati in pittura o in scultura nella Grecia antica? Che cosa rende stabile ed efficace il vocabolario iconografico, cui si ricorre con fiducia per diffondere valori? Il termine schema mostra che è la mousike – musica e danza – il principale fattore della costruzione dei vocabolari iconografici e della stabile associazione fra specifici schemata e specifici valori. Non solo pittura, scultura o danza – con le pose e i gesti dei personaggi che rappresentano -, ma anche il modo di camminare, parlare e apparire in pubblico, sono arti mimetiche, del cui vocabolario il cittadino antico ha una competenza anche attiva: egli sa, nel proprio corpo, gli schemata e i valori che essi veicolano. La fiducia nel linguaggio degli schemata comporta, però, un rischio: la manipolazione dello schema, la dissociazione fra contenuto e forma, fra essere e apparire, la possibile menzogna dell’apparenza. Attraverso lo studio degli usi di schema nella Grecia antica, questo volume analizza le complesse strategie della comunicazione non verbale e il loro ruolo in ambito sociale e politico: un problema ancor oggi di grande attualità.