Descrizione
Cosa racconta per davvero un quadro celebre come l’Accordée de village di Jean‑Baptiste Greuze? Fraintesa per effetto di un canone interpretativo formatosi nel corso dell’Ottocento e ancor oggi in auge, l’opera dell’artista «ideale» di Diderot avrebbe propugnato in pittura i valori della rivoluzione culturale illuminista, utilizzando le armi dell’empatia filantropica e del «sentimento». Indagate seguendo il metodo storico, quelle opere si riveleranno essere invece le depositarie di un progetto autoritario di ricomposizione del mondo feudale promosso ad istanza della diretta clientela dell’artista – le élite del ceto e del censo –, contenente una rilettura in chiave conservatrice dei romanzi di Rousseau, in particolare la Nouvelle Héloïse. Impiegando i procedimenti d’indagine della storia culturale, questa ricerca aggiunge un tassello alla ricostruzione del ruolo della pittura di genere, del teatro e della letteratura d’intrattenimento in una disputa a tutto campo che accompagnò il lungo tramonto dell’ancien régime politico e sociale.