Descrizione
Ritornando dopo molti anni su un tema critico a lui caro, Gian Biagio Conte affronta qui con rinnovata consapevolezza il procedimento letterario dell’imitazione. Due capitoli che proprio nell’arte di imitare individuano il gesto capace di imprimere nuova forza alla creazione poetica, e di darle imprevedibilmente una nuova libertà. Nel primo capitolo si guarda ai modi diversi in cui il testo di Virgilio mira a ‘rispecchiare’ il testo di Omero, uno sforzo che paradossalmente riesce a realizzare un vero atto di originalità artistica. L’analisi ravvicinata mostra i percorsi suggestivi secondo cui la ‘Rinascenza’ augustea sa fare dell’accorta appropriazione delle forme tradizionali la via maestra verso la creatività. Il secondo capitolo rimedita metodi ed esperienze di un recente passato critico mirando soprattutto a stabilire i limiti di un’ars philologa che, se aspira a frutti attendibili, deve obbedire al controllo rigoroso dell’empiria.