Descrizione
Si è pensato, fino ad oggi, che l’originaria redazione volgare dell’Ateismo trionfato fosse andata perduta e che l’opera di Campanella potesse essere letta solo nella traduzione latina pubblicata prima a Roma (1631) poi a Parigi (1636). Era, per fortuna, un convincimento sbagliato: in questo volume è pubblicato, per la prima volta, il testo volgare felicemente recuperato grazie alle ricerche di Germana Ernst che ne ha anche curato l’edizione critica e la riproduzione anastatica che l’accompagna. Il titolo del libro era stato suggerito da Gaspare Schoppe, al quale l’autore l’aveva dedicato nel 1607; Campanella però preferisce riferirsi alla sua opera con il titolo, più ampio e meno perentorio, di Riconoscimento filosofico della religione universale, o con quello più nervoso di Antimachiavellismo. L’Ateismo trionfato si propone di ripensare i rapporti fra natura e divinità, religione e ragione ed è presentato dallo stesso Campanella come un passaggio cruciale del proprio pensiero. Prima di approdare alle stampe l’opera conoscerà però un percorso quanto mai travagliato: in particolare essa verrà sottoposta a severi, e ripetuti, giudizi di censori e inquisitori, nelle cui obiezioni si esprime un’aspra critica nei confronti di questo tentativo di conciliare natura e cristianesimo, in cui sembra riproporsi lo spettro delle posizioni di Pelagio. Alla luce di queste vicende la riscoperta dell’originario testo italiano risulta tanto più preziosa perché rappresenta il primo momento di questo tormentato itinerario.