Descrizione
L’arte della memoria è uno degli archetipi della cultura occidentale fin dall’antica Grecia: è stato Platone ad ‘inventare’ l’immagine dell’anima come blocco di cera, su cui le sensazioni si imprimono come segni di sigilli; ed è stato poi Aristotele a riprendere in parte questo modello, arricchendolo però di temi fondamentali. Ma anche in epoche successive l’arte della memoria ha svolto una funzione fondamentale intrecciandosi a temi sia epistemologici che di schietta natura metafisica. Questo volume, frutto di un seminario tenuto alla Scuola Normale nel settembre 2006, intende ripercorrere alcune delle principali stazioni della riflessione sulla memoria fra antichità e mondo moderno chiedendosi se, e in quale misura, questa relativa continuità di approccio si debba ad un consapevole attingere alla tradizione platonica e aristotelica; se, e in quale misura, elementi comuni o varianti del modello iniziale siano riportabili alle metafore adottate, sin da subito, per la descrizione dei processi mentali – riconducibili in ogni caso all’idea comune di ‘tracce’ che la sensazione imprime nell’anima.