Descrizione
Negli anni del Concilio di Trento, a Roma si fece urgente, prima che altrove, la necessità di illustrare il passato attraverso la testimonianza di immagini e monumenti architettonici. In un clima di agguerrito storicismo, le armi della filologia umanistica furono impugnate a difesa dell’intera tradizione pontificia contro l’offensiva protestante: lo scopo era quello di proclamare una visione della storia cristiana dell’Urbe di validità universale. Tale visione, è quella che emerge, in modo diacronico, in questo volume che, attraverso il confronto di voci spesso molto diverse tra loro, analizza le modalità in cui scrittori, teologi e antiquarî, ma anche artisti del Cinquecento guardarono e studiarono le opere d’architettura, scultura e pittura appartenenti a età diverse dalla loro. Protagonisti di tanto fervore nella Roma tra Paolo III e Pio IV furono l’artista e antiquario Pirro Ligorio e Onofrio Panvinio, teologo e storico. Le loro differenti esperienze si incrociarono sullo sfondo contrastato di un’epoca di trasformazioni culturali, dove nascevano e maturavano interessi nuovi, rivolti non solo alle opere classiche, ma anche alle immagini della devozione cristiana.