Descrizione
Quale importanza ha rivestito l’harmonia – intesa come modello metafisico ed epistemologico, coesistenza di componenti diverse, scienza dei suoni – nella riflessione filosofica di alcuni dei principali protagonisti della scienza moderna? L’opera di Mersenne, Descartes e Galilei consente di esaminare il ricco tessuto di relazioni tra filosofia, scienza e musica così da seguire il mutare della concezione del rapporto fisica-metafisica: da un’armonia a priori si passa ad un ordine e una semplicità determinati mediante l’osservazione e l’esperimento. La scienza dei suoni svolge un ruolo determinante nel pensiero filosofico e scientifico del Seicento: è il primo ambito di applicazione delle regole del metodo cartesiano e propone un paradigma della coesistenza e traducibilità del continuo e discreto spaziale e temporale che ricorre, anche se in misura diversa, nella Géométrie e nei Principia; è una delle dimensioni privilegiate dell’indagine sperimentale di Galilei, grazie alla sua formazione musicale e alle ricerche condotte dal padre Vincenzo; è lo strumento prediletto da Mersenne per l’apologia scientifica e la definizione dello statuto epistemologico delle scienze medie, in risposta alle istanze di atei, eretici e scettici. In un periodo storico lacerato dalle guerre di religione e dalle accese dispute sull’autonomia della scienza e sui limiti della libertas philosophandi, l’harmonia rivela la sua utilità anche nell’ambito della dimensione civile e nella definizione di modelli cinque-secenteschi di concordia, discordia concors e tolleranza.