Descrizione
La storiografia ha in genere guardato alle espressioni artistiche di Bisanzio e dell’Oriente cristiano come a fenomeni dominati dall’anonimato e da una quasi deliberata rinuncia alla creatività individuale, in marcata opposizione alla centralità dell’artista nella cultura occidentale del tardo Medioevo e del Rinascimento. A tale pregiudizio si oppongono le numerose testimonianze che descrivono l’alta reputazione di cui, per tutta l’età medievale, godettero i pittori, i mosaicisti, i miniatori, gli orafi e gli architetti bizantini in Europa e nel bacino del Mediterraneo, dalla Germania alla Spagna califfale e dalla Sicilia normanna ai paesi del Levante. Questo volume, che raccoglie gli atti di un colloquio internazionale tenuto presso la Scuola Normale, propone una riflessione originale su questi temi, gettando nuova luce sul ruolo e sulla funzione sociale degli artisti bizantini, russi, armeni e cristiano-orientali, sulle loro pratiche di mestiere, sul loro rapporto con i committenti, sulla loro controversa relazione col potere politico e religioso, nonché sulla definizione stessa del loro fare artistico.