Descrizione
Può il pittore rappresentare, entro un unico quadro, momenti temporali diversi? La domanda emerge alla metà del Cinquecento a proposito delle tante immagini di maestri antichi e moderni in cui lo stesso personaggio appare ripetuto in azioni successive che, per la prima volta, vengono definite ‘non verisimili’. In tale giudizio si sovrappongono una serie di questioni: dalla modalità percettiva sottesa alla costruzione prospettica dello spazio, al rapporto tra tempo della visione e tempo rappresentato nell’immagine, alla definizione stessa di arte come mimesi del reale. In questo studio Silvia Tomasi Velli ripercorre snodi e implicazioni di un dibattito sulla temporalità dell’immagine sviluppatosi nell’arco di due secoli, intrecciando, in una sintesi inedita, il piano della riflessione teorica sull’arte e quello della coeva produzione figurativa.